Biografia

alfonso de pietro

Chi sono? Sono quello che s(u)ono.
Più precisamente, un Irpino (da hirpus, lupo, di terra avellinese) naturalizzato toscano, che cerca di esercitare la propria creatività in varie forme, convivendo con Mr. Hyde da quando ha memoria.

Cantautore (iscritto alla SIAE come compositore e autore della parte letteraria), storyteller, formatore, tutor didattico, ma anche project manager (Laurea in Scienze Politiche e Internazionali e Master alla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa), con la passione per la grafica (diploma ECDL Image Editing) e il buon vino (titolo sommelier AIS).
Comunque è stata ed è la musica a segnare e a salvare la mia vita da subito, a guidarmi da sempre (e per sempre).

Comincio giovanissimo. Ricordi di bambino? Ogni mattina sento passare davanti casa mia Guido lo ciéco e il suo cane che lo conduce nel mondo: arriva prima il suono della sua armonica e poi vedo sbucare lui. E poi uno zio di mio padre, zi’ Filuccio (Raffaele), professione sarto, che seduto sul bancone della sua potéa (bottega) suona tutti gli strumenti a corda della tradizione mediterranea (mandolino, mandoloncello, chitarra battente, bouzouki, liuto arabo); repertorio rigorosamente classico napoletano. Così, bambino affascinato, oltre a cominciare a rispondere a Guido con una mia armonica, inizio a studiare chitarra classica con un maestro del Conservatorio D. Cimarosa di Avellino; qualche tempo dopo anche canto. E, soprattutto, comincio a scrivere le prime canzoni.

Intorno, ad ispirarmi e a farmi da Maestri: Pino Daniele, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Fabrizio De André, Ivano Fossati… e tutta la schiera valorosa della nostra storica Canzone d’Autore. Successivamente, è arrivata l’esigenza di esplorare (anche grazie alla lezione di Pino) il blues, il soul, il jazz… della serie tu vuo‘ fa l’americano, per dirla con Carosone.

Da lì, non mi sono più fermato: anni ed anni di palchi, di concerti, di festival e rassegne, di partecipazioni radiofoniche e televisive, di collaborazioni prestigiose, con incursioni nel teatro (canzoni e musiche per rappresentazioni con vari attori e attrici) e nel cinema (colonna sonora de ‘Il punto rosso’, una fiaba sociale e di denuncia di Marco Carlucci, presentato al Festival del Cinema di Venezia e al Filmfest di Roma nel 2007).

Oggi? Devo dire che, fondamentalmente, continuo a credere nella ricerca e nell’importanza dell’educazione alla bellezza, ovunque essa si celi o si manifesti, nella crescita continua, con una sana inquietudine che ti porta ad esser certo che la tua canzone più bella sia quella che ancora non hai scritto!
Una sorta di cercatore di bellezza, ecco. La bellezza salverà il mondo, fa dire Dostoevskij al Principe Myskin ne L’idiota. Anche se io credo che debba essere il mondo, finalmente e più che mai, a doversi preoccupare di salvare la bellezza.

E la bellezza è soprattutto nell’arte, che credo sia una manifestazione di un pensiero, una condizione dello spirito, un dare forma alle emozioni personali e collettive, in ogni caso un dare corpo ad un messaggio rivolto all’Umanità. In questo senso, sono legato a tre definizioni di poesia.
Per Pascoli non bisogna far altro che guardare e ascoltare. Per Saba non resta che fare poesia onesta. Per Pasolini la poesia è azione.

Così, continuo ad agire e camminare, con il bisogno di continuare a condividere, con chi incontrerò sulla mia strada, la musica delle parole e le parole della musica…

Ad maiora!

Alfonso